Pubblichiamo il messaggio con cui la Superiora generale delle Maestre Pie, Sr. Eliana Massimi, augura tutti una buona Pasqua di Risurrezione.

«Cristo, mia speranza, è risorto»

( dalla Sequenza pasquale)

“Cristo mia speranza” significa che ogni mio desiderio di bene trova in Lui una possibilità reale: con Lui posso sperare che la mia vita sia buona e sia piena, eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino, fino ad entrare nella nostra umanità. (Papa Francesco)

Carissimi,

il mio saluto, affettuoso e carico di speranza, vi giunge dall’India dove sto visitando le nostre consorelle. In queste comunità Venerini, come in tutte le altre sparse per il mondo, la vita è gioiosa; la fatica di educare non prende il sopravvento sulla passione amorosa con cui ci si dona quotidianamente e in situazioni non sempre facili. La vicinanza con i nostri bambini ciechi (23 maschi, 13 femmine) è fonte di gioia e di profonda esperienza spirituale. Si muovono leggeri, veloci, sicuri, accompagnando le loro attività con canti e risate. Studiano con diligenza, porgono la mano ai più insicuri, pregano insieme un unico Dio, pur appartenendo a famiglie musulmane, indù e cristiane. Quanta serenità e grinta nell’affrontare la vita, quanta gratitudine per l’affetto che li aiuta a crescere!

Alla loro scuola sto rivedendo il senso della speranza, della speranza cristiana. Guardando i visi di queste creature, i loro occhi spenti e velati, avverto come gli avvenimenti della vita spesso sono macigni gettati sulla nostra speranza per schiacciarla inesorabilmente. Si può continuare a credere nella bontà della vita in questi frangenti? Dov’è Dio? Può Egli restituire la luce ad esistenze imprigionate nelle tenebre? Domande pesanti, dolorose… in linea con il cammino quaresimale duro e sofferto che la Chiesa ripercorre ogni anno con Gesù. Sono sempre le tenebre a interpellarci, quelle fisiche o quelle morali. Sono le tenebre dei trenta denari di Giuda; sono le tenebre dell’abbandono degli apostoli; sono le tenebre di un giudizio di morte in nome di Dio; sono le tenebre dell’atroce strazio sulla croce, su ogni croce; sono le tenebre della sensazione dell’abbandono di Dio; sono le tenebre di ogni sepolcro; sono le tenebre di un’attesa dell’aurora che tarda a venire. Ma queste tenebre sono abitate dalle lacrime di Dio. Ce lo ricorda Gesù davanti al sepolcro di Lazzaro, ce lo ricorda sulla croce nel grido di aiuto e nell’affidamento al Padre. Le lacrime di Gesù e, quindi, quelle del Padre che lo ha inviato, sono la testimonianza di un amore senza fine, di una presenza che non ci affranca dal dolore e dalle tenebre, ma si fa compagna nella vita e ci rende forti nell’affrontare ogni difficoltà. Il dolore che Dio prova per i nostri dolori, diventa presenza e inizio di resurrezione. L’energia sprigionata dal suo amore che abita le nostre esistenze e asciuga le nostre lacrime è già promessa sicura di luce. Lasciamoci afferrare dalla liturgia di luce e di vita che Gesù Risorto celebra quotidianamente con chi lo ama; lasciamoci raggiungere dall’abbraccio universale di pace che è per tutti gli uomini di tutti i tempi.

Sono sicura che, per vie misteriose, Dio ha abbracciato questi nostri bimbi, ha pianto con loro e ha rassicurato ognuno di loro, dicendo: “Non aver paura, tu vivrai, io sarò la tua luce. Non sarai mai solo. Tu vivrai per sempre!”. Dall’esperienza profonda del sentirsi amati nasce il coraggio, nasce la gioia e si riprende una vita da “vivi”…

Sentiamoci tutti e tutte, con loro, davvero “vivi” nella nostra gioia, nella nostra speranza, nel nostro amore. Siamo “vivi” perché ci sentiamo amati, perché ci vogliamo bene, perché desideriamo moltiplicare il bene vero intorno a noi.

Credo che questo sia il modo più vero per celebrare la Pasqua: vivere da “uomini e donne risorte”, audaci, felici, luminosi, consapevoli che ogni gesto di attenzione donato con sollecitudine e amore produce frutti di pace, di serenità, di giustizia, di vita senza fine.
Sono in profonda comunione con tutti voi in questo ultimo intenso tratto di cammino pasquale che rende più forte la nostra Famiglia Religiosa, ci fa essere profezia nella Chiesa, ci aiuta a fissare, con i nostri fratelli e sorelle, lo sguardo verso il cielo, verso il futuro di speranza che il Risorto va tracciando con noi.

Grande sia la gioia! L’alleluia pasquale risuoni sulle nostre labbra, ma soprattutto nel nostro cuore.

 “Cristo, mia speranza, è veramente risorto!”

Auguri cari e saluti affettuosi da me e dalle consorelle tutte,

Suor Eliana

Narengi, 4 aprile 2017